Protezione temporanea ucraini: la Commissione UE propone proroga al 2027

La proposta prevede il prolungamento fino al 4 marzo 2027, nuove misure per l’integrazione o il rientro volontario

9 Giugno 2025
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Un’emergenza che continua: oltre 4,3 milioni di profughi ucraini accolti nell’Unione

La guerra in Ucraina, scoppiata a seguito dell’invasione da parte della Federazione Russa nel febbraio 2022, ha innescato la più grave crisi umanitaria in Europa dalla Seconda guerra mondiale. Ad oggi, oltre 4,3 milioni di cittadini ucraini hanno trovato rifugio negli Stati membri dell’Unione Europea, beneficiando del regime di protezione temporanea attivato con la Decisione del Consiglio UE n. 2022/382.
Alla luce del protrarsi del conflitto, la Commissione Europea ha proposto una nuova proroga di un anno, estendendo la validità della protezione temporanea fino al 4 marzo 2027. L’obiettivo è duplice: offrire continuità e certezza giuridica ai beneficiari, e al contempo consentire agli Stati membri di applicare in modo uniforme gli standard minimi previsti dal quadro comune europeo, evitando frammentazioni tra sistemi nazionali.
Con la proroga, i cittadini ucraini già registrati non dovranno presentare nuove domande di asilo o di protezione internazionale, riducendo la pressione amministrativa sugli uffici competenti. La Commissione sottolinea che ciò rappresenta anche un segnale rassicurante per le persone sfollate, che potranno continuare a vivere, lavorare o studiare nel Paese ospitante senza dover affrontare nuovi iter burocratici.

Verso una transizione ordinata e sostenibile: le raccomandazioni della Commissione

Parallelamente alla proroga, la Commissione ha presentato una raccomandazione al Consiglio per accompagnare gli Stati membri in una “transizione coordinata” dalla protezione temporanea verso forme di soggiorno più durature o, laddove possibile, verso il rientro volontario in Ucraina.
Per i rifugiati che hanno già avviato percorsi di integrazione – imparando la lingua locale, inserendosi nel mercato del lavoro o nel sistema educativo – si raccomanda di facilitare il passaggio a status giuridici alternativi. Tra le opzioni indicate figurano: permessi di soggiorno per motivi di lavoro, studio, ricerca o l’accesso allo status di residente di lungo periodo, sia a livello nazionale che secondo la normativa UE.
Un secondo pilastro riguarda il rientro graduale e dignitoso in Ucraina. La Commissione incoraggia gli Stati membri a collaborare con le autorità ucraine per attivare programmi di rimpatrio volontario e a consentire visite esplorative nel Paese d’origine, per permettere ai rifugiati di valutare con consapevolezza la possibilità di tornare.
Infine, viene promossa la creazione di Unity Hubs, centri multifunzionali di informazione e orientamento, destinati a supportare sia l’integrazione nelle società ospitanti sia il ritorno in patria. Questi centri potranno essere co-finanziati attraverso il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (AMIF) e operare in collaborazione con le autorità ucraine. A rafforzare ulteriormente l’approccio coordinato, la Commissione nominerà anche un inviato speciale per gli ucraini nell’UE, con il compito di favorire il dialogo tra Stati membri e fornire assistenza operativa.

I prossimi passi

Spetta ora al Consiglio adottare formalmente la proposta della Commissione di prorogare di un anno la protezione temporanea e la proposta di raccomandazione del Consiglio.

Fonte: Integrazionemigranti.gov.it

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Stranieri e comunitari

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