Rapporto ISTAT 2025: Italia più anziana, povera e diseguale

Il Rapporto ISTAT 2025 evidenzia squilibri demografici, economici e sociali che impongono nuove strategie per la Pubblica Amministrazione e i territori

22 Maggio 2025
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Un Paese a un bivio: le coordinate del cambiamento demografico e sociale

Il Rapporto annuale 2025 dell’ISTAT fotografa un’Italia che cambia profondamente, sotto la spinta congiunta di invecchiamento della popolazione, stagnazione economica, transizione ecologica e squilibri territoriali. Si tratta di una lettura obbligata per chi opera nella Pubblica Amministrazione, nei servizi alla persona e nel mondo professionale legato alla pianificazione territoriale e alla coesione sociale. Gli scenari delineati impongono un ripensamento strategico delle politiche pubbliche, soprattutto nei settori demografico, sociale, educativo e occupazionale.

Invecchiamento e denatalità: il sorpasso degli over 80 sui bambini

Uno dei dati simbolo del 2025 riguarda il “sorpasso anagrafico”: per la prima volta nella storia italiana, gli over 80 (oltre 4,5 milioni) superano i bambini sotto i 10 anni. Questo fenomeno conferma il rapido invecchiamento della popolazione, con una quota di ultrasessantacinquenni che raggiunge il 24,7%, mentre si riduce drasticamente la fascia giovanile. La struttura demografica diventa sempre più sbilanciata, e ciò ha ricadute dirette sulla programmazione dei servizi sociosanitari, delle politiche abitative e del sistema pensionistico.

Povertà ed esclusione sociale: la frattura territoriale si amplia

Nel 2024, il 23,1% della popolazione risulta a rischio povertà o esclusione sociale. Il Mezzogiorno conferma la sua vulnerabilità con una quota che sfiora il 40%, mentre al Nord la percentuale scende sotto il 17%. Le disuguaglianze si riflettono anche nella composizione familiare: le persone sole rappresentano ormai il 36,2% delle famiglie italiane.

Istruzione e capitale umano: il ritardo cronico dell’Italia

Il livello di istruzione della popolazione adulta (25-64 anni) rimane ben al di sotto della media UE: solo il 65,5% possiede almeno un diploma, e appena il 21,6% una laurea, contro una media europea superiore al 35%. Particolarmente allarmante è la perdita di capitale umano qualificato: in dieci anni circa 97.000 laureati hanno lasciato il Paese.

Il lavoro che cambia: occupazione in crescita ma salari reali in calo

Nonostante la crescita degli occupati, l’80% dei nuovi posti nel 2024 è stato assorbito da persone over 50. I giovani restano ai margini del mercato del lavoro, anche a causa della scarsa domanda di lavoro qualificato. I salari reali, intanto, hanno perso oltre il 10% del potere d’acquisto rispetto al 2019.

Produttività e investimenti: un sistema economico che rallenta

Il PIL italiano è cresciuto solo dello 0,7% nel 2024, segnando un forte rallentamento rispetto all’anno precedente. La produttività ristagna, e gli investimenti fissi lordi sono quasi fermi: +0,5% nel 2024 contro +9% nel 2023. Preoccupano soprattutto i cali negli investimenti in edilizia residenziale e macchinari.

Transizione ecologica e resilienza: opportunità e ritardi

Il 2024 ha visto un incremento della produzione da fonti rinnovabili, ma persistono criticità infrastrutturali e lentezze autorizzative. Le città sono chiamate a giocare un ruolo chiave nella lotta al cambiamento climatico e nell’adattamento ai rischi ambientali crescenti.

Conclusioni: una chiamata all’azione per istituzioni e professionisti

Il Rapporto ISTAT 2025 lancia un messaggio chiaro: l’Italia deve affrontare un cambio di paradigma. I mutamenti demografici, le disuguaglianze crescenti, la perdita di capitale umano e la stagnazione economica non sono fatalità, ma segnali da cui partire per ripensare il modello di sviluppo.
Per la Pubblica Amministrazione si impone un rafforzamento delle competenze interne, una maggiore sinergia tra livelli istituzionali e una strategia coerente orientata ai risultati. I professionisti, dal canto loro, sono chiamati a svolgere un ruolo attivo nella progettazione e attuazione di soluzioni innovative, capaci di rispondere a bisogni nuovi con strumenti efficaci.

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