Il rilascio del certificato di stato di famiglia storico: regole e accorgimenti per l’ufficiale d’anagrafe

Il certificato storico di famiglia tra memoria amministrativa e stratificazione anagrafica: linee guida per comprenderne natura, fonti e contenuti

William Damiani 18 Giugno 2025
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“La città non dice il suo passato, lo contiene come le linee d’una mano, scritto negli spigoli delle vie, nelle griglie delle finestre, negli scorrimano delle scale, nelle antenne dei parafulmini, nelle aste delle bandiere, ogni segmento rigato a sua volta di graffi, seghettature, intagli, svirgole”. 
Italo Calvino, Le città invisibili

Il certificato storico di famiglia indica la composizione della famiglia anagrafica della persona così come risultava ad una certa data oppure ad un determinato intervallo temporale

Come una biblioteca vivente in cui ogni volume racconta la storia di un individuo, l’anagrafe raccoglie non solo la fotografia del presente, ma anche le pagine ingiallite del passato. In questo affresco di esistenze, la certificazione anagrafica storica emerge come lo specchio di ciò che è stato, un documento in grado di far riaffiorare dagli archivi le vicende anagrafiche di una persona, di una famiglia o di una convivenza, riferite a un tempo ormai trascorso. Sul piano amministrativo il certificato anagrafico storico si distingue da quello corrente in quanto contiene informazioni registrate in anagrafe riferite ad un periodo temporalmente antecedente rispetto alla data in cui il certificato viene prodotto. 
Le informazioni oggetto di certificazione storica sono desunte:
a) dall’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), per il periodo in cui la persona, la famiglia o la convivenza risultano registrati nella banca dati centrale, a seguito del subentro del comune di residenza; 
b) dagli archivi locali comunali, siano essi informatizzati o cartacei, per il periodo antecedente al subentro in ANPR.
L’archivio anagrafico si configura come sistema dinamico, oggetto di costante aggiornamento, a seguito di:
eventi naturali, quali nascite e decessi;
fenomeni migratori, quali cambi di residenza e trasferimenti da o per l’estero.
L’ufficiale d’anagrafe, nell’ambito dei propri compiti istituzionali, ha l’obbligo di aggiornare tempestivamente i registri anagrafici, in virtù: 
a) delle dichiarazioni rese dagli interessati; 
b) degli accertamenti d’ufficio; 
c) delle comunicazioni provenienti dagli ufficiali dello stato civile.
Ogni variazione deve essere debitamente “storicizzata”, mediante indicazione puntuale della data dell’evento registrato, sulle schede anagrafiche individuali, di famiglia o di convivenza. Ciò consente di conservare traccia delle informazioni precedenti, definendone con precisione l’intervallo temporale di validità.
Ne consegue che l’archivio anagrafico assume una natura “stratificata”, in grado di documentare non solo lo stato attuale del soggetto iscritto, ma anche le diverse fasi della sua storia anagrafica.
Le certificazioni delle situazioni anagrafiche pregresse non hanno un contenuto specifico, in quanto possono riguardare ogni informazione registrata nelle schede anagrafiche, fatta eccezione per quelle informazioni che rientrano nei divieti di certificazione.
In questo contributo concentriamo la nostra attenzione sul certificato storico di famiglia, che costituisce la certificazione pregressa sicuramente più gettonata.

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