Alle 15:00 del 9 giugno 2025, si sono chiusi i seggi dei 4 Referendum proposti dalla CGIL e ampliamenti sostenuti dalla fascia sinistra dell’arena politica e il quinto quesito abrogativo sulla cittadinanza ottenuto dal partito Europa +. L’affluenza non ha raggiunto il quorum (50% + 1) dei votanti, confermando l’ultimo episodio di convalida di un Referendum al 2011. In Sardegna l’affluenza ha raggiunto il 61,46%. Conclusi i ballottaggi per i 13 Comuni al secondo turno di amministrative.
I Referendum
La situazione nelle due tornate elettorali è rimasta coerente ai primi dati ottenuti l’8 giugno. La Toscana si attesta come la Regione con la maggior affluenza, seconda a pochi centesimi di percentuale l’Emilia Romagna. Preoccupanti i dati delle zone di estremo sud ed estremo nord: l’affluenza minima registrata è nel Trentino Alto Adige, seguito da Sicilia e Calabria.
La maggioranza degli italiani ha rinunciato al diritto di voto seguendo l’astensionismo millantato dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ieri non ha mancato di recarsi alle urne senza ritirare le schede.
Il dato degli scrutini, come previsto, è una netta vittoria del “Sì” che supera l’80% in tutti i quesiti abrogativi inerenti al tema del lavoro. La percentuale si abbassa per la cittadinanza, dove si raggiunge il 65,49% di consensi alla riduzione dei 10 anni d’attesa per i richiedenti stranieri extracomunitari. Nessuno dei 5 Referendum ha validità non avendo raggiunto, complessivamente, una percentuale di un 50% + 1 della popolazione votante. Schlein commenta sui social ritenendosi comunque soddisfatta del risultato ed evidenziando che il numero di persone che si sono recate alle urne per votare “Sì” supera di un milione gli elettori che nel 2022 votarono i partiti di “Fratelli d’Italia”, “Forza Italia” e “Lega”. Calenda si impegna in un’ulteriore analisi, accusa la sinistra di aver trasformato il Referendum in una battaglia ideologica: “Non si interviene per Referendum su materie complesse come il lavoro” scrive il Partito “Azione” sulla sua pagina Instagram.
I risultati dei ballottaggi: Taranto e Matera
Oltre al Referendum, si sono tenute le elezioni amministrative in 7 Comuni della Sardegna (tra i quali Nuoro) e il ballottaggio in 13 città (tra le quali i capoluoghi di Provincia Matera e Taranto).
Si conferma la vittoria del candidato di centrosinistra per Taranto mentre a Matera supera i pronostici il candidato del centrodestra Nicoletti.
Dopo Genova e Ravenna anche il capoluogo di Provincia pugliese rimane al centrosinistra eleggendo Bitetti Pietro, già in vantaggio al primo turno.
Bitetti era appoggiato da 8 liste del centrosinistra, tra le quali: Pd, Avs e Azione e si era aggiudicato per questo secondo turno l’appoggio del Movimento 5 stelle.
Bitetti non è nuovo all’area politica, dal 2005 è consigliere comunale a Taranto e ha ricoperto vari incarichi istituzionali nella Regione fino alla presidenza del consiglio comunale e alla nomina di consigliere provinciale.
Per quanto riguarda Matera, nonostante Roberto Cifarelli partisse con 6 punti di vantaggio rispetto al candidato Nicoletti, è il candidato del centrodestra a vincere con un 51,31%. Tra i principali obiettivi citati in campagna elettorale da Antonio Nicoletti figura la sostenibilità; forte della sua esperienza di collaborazione al Piano Integrato di Sviluppo Urbano Sostenibile (PISUS) per la città di Matera. Nicoletti, già molto integrato nell’amministrazione della Regione, vuole spingere sul turismo e promuovere una valorizzazione culturale del capoluogo.
La situazione in Sardegna
La Sardegna si mobilita con larga partecipazione raggiungendo un’affluenza del 61, 46% nei 7 Comuni interessati al primo turno delle amministrative.
A Nuoro, Emiliano Fenu, sostenuto da un campo largo di centro sinistra (comprendente Pd, Avs, M5, Psi) raggiunge il 63% dei voti. Lo scrutinio è in fase conclusiva.
Solo nel Comune di Goni (in Provincia di Cagliari) le elezioni sono nulle per mancato raggiungimento del quorum.
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