Decreto flussi 2026-2028: più ingressi per il lavoro e nuove possibilità di riforma del sistema ma rimangono i soliti problemi

L’audizione del sottosegretario Alfredo Mantovano sull’attuazione dell’Accordo di Schengen

31 Luglio 2025
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Il 29 luglio scorso Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha svolto un’audizione presso il Comitato parlamentare di controllo sull’attuazione dell’Accordo di Schengen, di vigilanza sull’attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione. Il testo integrale dell’audizione è disponibile sul sito del governo insieme al cosiddetto “decreto flussi 2026-2028“, schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante “Programmazione dei flussi d’ingresso legale in Italia dei lavoratori stranieri per il triennio 2026-2028” con relativa relazione illustrativa.

Indice

Accordo di Schengen

L’accordo di schengen è stato firmato inizialmente nel giugno 1985 da cinque paesi europei, allargandosi poi all’Unione Europea e ad alcuni paesi al di fuori e raggiungendo attualmente 26 paesi membri. Funge da trattato internazionale per il coordinamento dei paesi nel delimitare un’area di libera circolazione per persone e merci. Uno spazio dove applicare norme comuni per quanto riguarda i visti, i controlli alle frontiere esterne, la cooperazione di polizia e i rimpatri e facilitare la mobilità tra i paesi europei.

Decreto flussi 2026-2028

Il decreto approvato in via preliminare lo scorso 30 giugno, e attualmente all’esame della Conferenza Unificata, illustra per il 2026 164.850 ingressi autorizzati. Nell’arco del triennio 2026-2028 le unità autorizzate saranno 497.550, suddivise in:

  • Lavoro subordinato non stagionale e autonomo: 230.550 unità;
  • Lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico: 267.000 unità.

PER APPROFONDIRE:
>> LEGGI ANCHE “Decreto flussi 2026-2028: primo via libera per 497.550 ingressi regolari di lavoratori stranieri

L’audizione presso il Comitato di controllo: le critiche mosse al Governo

Mantovano fronteggia le accuse mosse al Governo dopo il nuovo decreto flussi. La prima accusa è quella di scarso coraggio: i lavoratori stranieri dei quali necessita il sistema produttivo italiano sarebbero ben più numerosi. Mantovano allora tira in ballo i numeri dei trienni precedenti, sottolineando che gli sforzi adoperati dal Governo Letta, Renzi, Gentiloni, Draghi e i governi Conte sono inferiori.
Per ribattere a chi accusa il Governo di improvvisare cifre a caso senza tenerne reale conto, Mantovano espone la relazione illustrativa che accompagna il decreto: “è una novità, ma pochi se ne sono accorti e ancor di meno l’hanno letta”. In essa è contenuto il complesso procedimento attraverso il quale si giunge alla definizione delle quote di ingresso per il prossimo triennio con esplicitazione dei dati e dei metodi di quantificazione.

I soliti problemi dei decreti flussi

Le problematicità più evidenti rilevate nei “decreti flussi” sono sempre le medesime. In primo luogo l’impossibilità di determinare se i lavoratori stranieri regolarizzati dal decreto siano già presenti in Italia o se siano effettivamente nuove unità a cui viene permesso di entrare in Italia per lavorare. In secondo luogo l’accoglimento della richiesta non equivale automaticamente al rilascio di un permesso di soggiorno.

Sistema delle quote e dei click day

Vi è una critica che anche il Sottosegretario Mantovano condivide: il meccanismo di ingresso basato sul sistema delle quote e sui click day. Ma ancora non si sa come individuare il nuovo sistema, che dovrebbe prendere il posto del vecchio.

  • Quote di ingresso: il tetto massimo stabilito dal Governo: un numero prestabilito di permessi di lavoro che possono essere concessi ai lavoratori stranieri;
  • Click Day: la giornata prestabilita in cui aziende o datori di lavoro devono presentare le domande per il nulla osta al lavoro direttamente online. Poiché le domande sono numerose e le quote limitate, l’esito positivo dipende dalla rapidità con cui la domanda viene inviata. La priorità viene data quindi all’ordine cronologico delle istanze ricevute in quella giornata. L’Italia è uno dei pochi Paesi rimasti ad adottare questo sistema.

Nonostante le difficoltà, specifica il Sottosegretario: “Occorre ridurre in modo significativo gli ingressi nell’ambito delle quote, consentendo così che la richiesta del nulla osta al lavoro per un numero sempre maggiore di lavoratori non comunitari possa essere presentata in qualunque momento dell’anno senza limiti numerici.”

Lavoratori formati all’estero

Esiste un canale al di fuori del sistema quote ed è quello di riferimento per i lavoratori formati all’estero: “oltre 50 progetti formativi in più di 20 Nazioni, che hanno coinvolto più di 6.000 lavoratori, 1.055 dei quali hanno completato il percorso formativo“. Così come gli ingressi fuori quota dei lavoratori da impiegare nel settore dell’assistenza familiare o sociosanitaria a favore di persone con disabilità e di “grandi anziani” e le conversioni fuori quota in permessi per lavoro di permessi rilasciati per altri motivi.

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