Povertà in Italia 2024: 5,7 milioni di persone ancora a rischio

I dati ISTAT evidenziano stabilità complessiva, ma le famiglie numerose, i giovani e le regioni del Mezzogiorno restano le più colpite

20 Ottobre 2025
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Nel 2024, secondo le stime ISTAT, oltre 2,2 milioni di famiglie (pari all’8,4% del totale) e 5,7 milioni di individui (il 9,8% dei residenti) vivono in condizione di povertà assoluta. Entrambe le quote risultano stabili rispetto al 2023, quando erano rispettivamente pari all’8,4% e al 9,7%.
Anche la povertà relativa si mantiene sostanzialmente invariata: coinvolge il 10,9% delle famiglie (oltre 2,8 milioni) e il 14,9% degli individui (circa 8,7 milioni).

Divari territoriali e profili demografici

L’incidenza della povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno, dove riguarda il 10,5% delle famiglie (oltre 886mila nuclei), seguita dal Nord-Ovest (8,1%) e dal Nord-Est (7,6%), mentre il Centro presenta i valori più bassi (6,5%). Tra le famiglie assolutamente povere, il 39,8% risiede nel Mezzogiorno, il 44,5% al Nord e il 15,7% al Centro.
A livello individuale, la povertà risulta stabile in tutte le aree, con l’unica eccezione delle Isole, dove cresce dal 11,9% al 13,4%.
Sul piano anagrafico, i livelli più elevati si registrano tra i minori (13,8%, pari a quasi 1,3 milioni di bambini e ragazzi) e tra i giovani di 18-34 anni (11,7%). Seguono i 35-64enni (9,5%) e gli over 65 (6,4%, oltre 918mila persone).

NAP

Famiglie numerose, composizione e contesto abitativo

L’incidenza della povertà cresce con la dimensione familiare: 21,2% tra le famiglie con cinque o più componenti, 11,2% tra quelle con quattro e 8,6% tra quelle con tre.
Tra le coppie con tre o più figli, quasi una su cinque è in povertà assoluta (19,4%), mentre tra le famiglie monogenitore la quota raggiunge l’11,8%.
La povertà è più contenuta tra le famiglie con persona di riferimento di almeno 65 anni (6,7%) e particolarmente bassa tra le coppie anziane (4,4%).
Dal punto di vista territoriale, nei comuni piccoli non periferici delle aree metropolitane l’incidenza è dell’8,9%, seguita dai comuni periferici o con più di 50mila abitanti (8,0%) e dai comuni centro metropolitani (7,8%). Tuttavia, nel Mezzogiorno e al Nord i valori più elevati si registrano proprio nei comuni centrali (rispettivamente 12,5% e 8,2%).

Istruzione, lavoro e intensità della povertà

La povertà diminuisce al crescere del titolo di studio: 14,4% tra chi ha la sola licenza elementare, 12,8% tra chi possiede la licenza media e 4,2% tra i diplomati o laureati.
Per condizione lavorativa della persona di riferimento, l’incidenza è pari all’8,7% per i lavoratori dipendenti, 15,6% per gli operai, 7,4% per gli indipendenti non imprenditori, 5,8% per i pensionati e 21,3% per chi è in cerca di occupazione.
Infine, l’intensità della povertà assoluta si conferma stabile a livello nazionale (18,4%), ma cresce nel Mezzogiorno (dal 17,8% al 18,5%).

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