ARAN ha pubblicato l’ultimo Rapporto semestrale sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici che ritrae un bilancio della stagione contrattuale 2022-2024. Il documento evidenzia un quadro complesso, con alcune intese già sottoscritte (Funzioni centrali, Sanità e Area dirigenziale delle Funzioni centrali) e altre ancora in corso di negoziazione (Istruzione, Ricerca e Funzioni locali).
Gli incrementi medi a regime si attestano attorno al 6-7%, con cifre concrete che variano dai 165 euro mensili per il personale delle Funzioni centrali ai 170 euro per gli addetti alla Sanità, fino a oltre 550 euro per i dirigenti centrali.
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PER APPROFONDIRE:
– CCNL Funzioni Centrali: firmato il nuovo contratto per i dipendenti pubblici
Novità introdotte
I contratti firmati introducono alcune novità organizzative: possibilità di orario di lavoro su quattro giorni, riconoscimento di buoni pasto anche in modalità agile e nuove misure di age management per valorizzare la collaborazione intergenerazionale.
Nel comparto Sanità, oltre agli aumenti economici, sono rilevanti le indennità specifiche per il pronto soccorso (+360 euro) e il rafforzamento delle tutele per il personale esposto ad aggressioni, con patrocinio legale e supporto psicologico gratuiti.
Per la dirigenza, il focus è sulla trasparenza negli incarichi, mentoring reciproco tra generazioni e formazione su competenze digitali e intelligenza artificiale.
Criticità nella stagione 2022-2024
Il rapporto segnala come la stagione 2022-2024 sia stata caratterizzata da una maggiore conflittualità e da ritardi cronici nei rinnovi. La media supera ormai i 47 mesi, a causa di stanziamenti tardivi e della prassi di attendere le ultime leggi di bilancio per ottenere risorse aggiuntive. Parallelamente, si registra una crescente “invasione” della legge in materie contrattuali, con interventi diretti su indennità e anticipi.
Un prolungato stanziamento di risorse
Sul piano pratico, i dati Istat confermano che nel 2025 le retribuzioni della PA hanno registrato un incremento medio del 2,9%, superiore a quello del settore privato.
La vera novità riguarda la prospettiva futura: per la prima volta, la legge di bilancio ha stanziato risorse fino al 2030 (10 miliardi per il triennio 2025-27 e 11 miliardi per il successivo), garantendo una maggiore regolarità e prevedibilità dei rinnovi.
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