In base ai nuovi dati forniti dalla ricerca ISTAT “Le condizioni di vita dei minori di 16 anni”, nel 2024, il divario tra i minori con cittadinanza straniera che mostrano un rischio di povertà o esclusione sociale pari è superiore di oltre 20 punti percentuali rispetto al dato dei coetanei di cittadinanza italiana. Questo divario raggiunge il suo massimo nel Mezzogiorno.
PER APPROFONDIRE:
>> CONSULTA IL RAPPORTO DELL’ISTAT

2021-2024: un lento cambiamento
Rispetto al 2021, l’incidenza dei minori a rischio di povertà o esclusione sociale di cittadinanza italiana diminuisce sia nel Mezzogiorno sia nel Nord dove l’indicatore diminuisce in maniera rilevante anche per i minori di cittadinanza straniera (33,9% rispetto a 48,6% del 2021). Ciò nonostante i dati reperiti dall’ISTAT ritraggono ancora una situazione pericolosamente importante e mentre nel 2024 la quota di minori a rischio di povertà o esclusione sociale diminuisce, raddoppia la quota degli stranieri.

Le radici della condizione di povertà
L’istruzione si attesta come valore strettamente correlato: più del 50% di minori figli di genitori con un basso livello di istruzione (massimo seconda licenza di scuola secondaria inferiore) sono a rischio esclusione sociale o povertà; mentre i figli di almeno un genitore laureato si fermano al 10,3% a conferma del rapporto diretto tra condizione socio-economiche e istruzione. In tutti i Paesi UE il rischio di povertà per chi viveva in condizioni di difficoltà finanziaria si propaga nella vita adulta. Nel 2023, è pari al 20% (media europea) ma l’Italia è tra i Paesi dell’UE che contribuiscono maggiormente ad alzare la media:
34% di rischio di povertà tra coloro che vivevano in famiglia in cattiva situazione finanziaria (19,6 punti percentuali superiore a quello di chi viveva una buona situazione).
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento