Al 31 dicembre 2024, la popolazione residente in Italia è pari a 58.943.464 individui, con un decremento di 27.766 unità (-0,5 per mille) rispetto all’anno precedente. Il dato conferma il trend di un calo demografico lento ma costante, accompagnato da dinamiche territoriali disomogenee.
Il Sud e le Isole evidenziano la flessione più marcata, rispettivamente -2,5 e -2,8 per mille, mentre il Centro mostra una diminuzione più contenuta (-1,0 per mille). Al contrario, il Nord registra una crescita della popolazione: +1,4 per mille nel Nord-ovest e +1,2 per mille nel Nord-est, con la Provincia autonoma di Bolzano/Bozen al massimo incremento (+4,0 per mille).
La crescita della popolazione straniera contribuisce significativamente a contenere la flessione demografica nazionale. Al 31 dicembre 2024, gli stranieri residenti sono 5.371.251 (+22,4 per mille rispetto al 2023), con un’incidenza sul totale della popolazione pari al 9,1%. Questo dato evidenzia il ruolo dell’immigrazione nel sostenere le dinamiche demografiche, in particolare nelle regioni settentrionali.
Indice
Comuni italiani: differenze tra grandi, medi e piccoli centri
Il censimento 2024 mostra un quadro eterogeneo anche a livello comunale. Il 56,1% dei Comuni italiani (4.429 su 7.896) registra una perdita di residenti, in leggero calo rispetto al 57,8% del 2023. Il calo riguarda in particolare i Comuni più grandi (>100.000 abitanti) e quelli molto piccoli (<5.000 abitanti).
– Tra i grandi Comuni, 27 su 44 perdono residenti, con un saldo complessivo negativo di -27.504 unità, mentre i restanti 17 mostrano un incremento di 10.042 residenti.
– Nei piccoli Comuni, poco meno del 60% perde popolazione, con un saldo complessivo di circa -15.000 unità.
– Tra i Comuni medi, emerge una dinamica diversificata: nei centri da 20.000 a 50.000 abitanti, il 54,7% è in calo, mentre nei Comuni da 50.000 a 100.000 abitanti il 53,8% perde residenti. Al contrario, nei Comuni da 5.000 a 20.000 abitanti, 51,4% registra un aumento, con un saldo complessivo positivo di circa 5.000 residenti.
Tra i Comuni estremi, Roma resta il più popoloso con 2.747.290 residenti, ma registra una diminuzione di -4.457 individui, mentre Morterone (LC) conferma il primato del Comune meno popolato, con soli 32 abitanti.
Invecchiamento e struttura per sesso della popolazione
La popolazione italiana continua a invecchiare. L’età media nazionale è 46,9 anni (48,2 donne e 45,4 uomini), in aumento di oltre tre mesi rispetto al 2023. La quota di individui 0-14 anni scende all’11,9%, mentre la popolazione in età attiva (15-64 anni) è pari al 63,4%, e quella con almeno 65 anni sale al 24,7%. I grandi anziani (85+) raggiungono 2,41 milioni, con un incremento di 90.000 unità in un anno, pari al 4,1% della popolazione totale.
Il rapporto tra anziani e bambini è in forte aumento: per ogni bambino sotto i 6 anni si contano 6 anziani, contro 5,8 nel 2023. L’indice di vecchiaia, che misura il numero di persone 65+ ogni 100 giovani 0-14 anni, sale al 208%. Le differenze regionali sono significative: la Campania resta la più giovane (44,5 anni), mentre Liguria e Sardegna registrano le età medie più elevate (49,6 e 49,2 anni). Tra i Comuni estremi, Ordona (FG) è il più giovane (37,6 anni), mentre Villa Santa Lucia degli Abruzzi (AQ) è quello più anziano (65,2 anni).
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento