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Referendum cittadinanza italiana: boom di adesioni online, superato il quorum delle 500mila firme
La campagna per il referendum sulla riduzione degli anni di residenza per ottenere la cittadinanza italiana supera il quorum delle 500mila firme online, segnando un passo decisivo verso la consultazione popolare del 2024

Il 4 settembre scorso è stato ufficialmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’annuncio del deposito, presso la Corte di Cassazione, della richiesta di un referendum volto a modificare le attuali norme sulla cittadinanza italiana. In particolare, il quesito referendario propone di abrogare le disposizioni che impongono il requisito di 10 anni di residenza legale sul territorio italiano per poter fare richiesta di cittadinanza.
In un evento che ha sorpreso molti osservatori, la campagna per il referendum sulla cittadinanza italiana ha raggiunto e superato il quorum delle 500mila firme necessarie in tempi record. La proposta di ridurre gli anni di residenza legale necessari per ottenere la cittadinanza italiana ha incontrato un entusiasmo straordinario, soprattutto attraverso la raccolta firme online, che ha visto una partecipazione senza precedenti.

Il quesito referendario

Il testo del quesito referendario è chiaro: «Volete voi abrogare l’art. 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza”?».

Una partecipazione straordinaria

Il traguardo delle 500mila firme è stato raggiunto grazie a un massiccio sostegno popolare, incentivato anche dalle campagne sui social media e dall’impegno di numerose associazioni e organizzazioni. Tra queste, figurano gruppi come Italiani senza Cittadinanza, Conngi e Idem Network, insieme ad organizzazioni di lunga tradizione come Libera, Gruppo Abele e A Buon Diritto, che hanno mobilitato attivisti e cittadini.
In particolare, la possibilità di firmare online ha dato un grande impulso alla raccolta, facilitando la partecipazione di persone in tutta Italia, compresi coloro che vivono all’estero o in zone periferiche. Questo risultato dimostra un forte interesse dei cittadini verso la riforma delle regole sulla cittadinanza, considerata da molti come un passo fondamentale verso una maggiore inclusione.

Il sostegno politico

Il referendum ha ricevuto un significativo appoggio anche da diversi partiti politici, principalmente quelli di area progressista e liberale. Tra i principali sostenitori ci sono Più Europa, Possibile, Partito Socialista, Radicali Italiani e Partito della Rifondazione Comunista. Questi partiti vedono nella riduzione dei tempi di residenza un modo per allineare l’Italia agli standard europei e promuovere una società più inclusiva e giusta.

Prossimi passi

Ora che il quorum delle 500mila firme è stato superato, il prossimo passo sarà la validazione delle firme raccolte e l’esame della richiesta da parte della Corte di Cassazione, che dovrà approvare ufficialmente il referendum. Se la Corte darà il via libera, il referendum verrà calendarizzato, e gli italiani saranno chiamati a esprimersi su una delle questioni più dibattute degli ultimi anni.

Un cambiamento necessario

Il successo della raccolta firme rappresenta un segnale importante del desiderio di riforma che si avverte nel Paese. Molti vedono in questo referendum una possibilità di aggiornare le norme sulla cittadinanza per riflettere meglio la realtà di un’Italia sempre più multiculturale e aperta. In un contesto europeo in cui diversi Stati hanno già adottato politiche più flessibili per l’acquisizione della cittadinanza, l’Italia potrebbe fare un passo avanti verso una legislazione più inclusiva.
Il boom di adesioni conferma l’urgenza di un cambiamento legislativo che consenta a milioni di persone, che vivono e contribuiscono alla vita del Paese, di ottenere pieno riconoscimento come cittadini.

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